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Friday 06 February 2004 |
Ecce bomba! L'avvocato Tibadi non demorde: "Il nucleare è devastante" |
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Latina: Mentre le ipotesi sul futuro della centrale nucleare del Garigliano e sul suo probabile smantellamento si fanno più stringenti, il fronte antinuclearista non demorde. L'avvocato Marcantonio Tibaldi, 85 anni, presidente del Comitato di salute pubblica Garigliano, da quarant'anni in prima linea contro la centrale di Sessa Aurunca che - continua a ripetere - ha contaminato tutto il golfo di Gaeta, conferma le sue accuse. E le ribadisce in questa ulteriore intervista per il portale Telefree. Nelle sue parole c'è rabbia ma anche una sorta di ineluttabile rassegnazione di fronte alle decisioni che si dovranno prendere. |
«I lavori per la costruzione della centrale del Garigliano iniziarono nella primavera del 1959. Io gettai l'allarme perché mi era capitato di leggere degli interventi sulla prima centrale costruita al mondo, in Francia, dove era capitato che tutti i cittadini abitanti nei pressi della centrale venivano colpiti da cancro per le radiazioni uscite dalla centrale. Mi recai dai sindaci per impedire la costruzione della centrale ma questo loro non lo intesero, non recepirono la gravità della situazione, e quindi venne costruita».
La storia della centrale del Garigliano è una storia travagliata e sempre border-line dal punto di vista della sicurezza. Entrò in funzione nel 1964 e durò per soli quattordici anni. Funziono a singhiozzo, almeno dodici furono i guasti che riguardarono il reattore. Nel dicembre del 1976 (atti processuali pretura di Sessa Aurunca, 1980) l'acqua del Garigliano in piena penetrò nel locale sotterraneo della centrale dove erano "stoccate" le scorie radioattive e, ritirandosi, si trascinò dietro nel fiume, nella campagna e nel mare, più di un milione di litri di acqua contaminata dai radionucleidi. Nel 1979 accadde un analogo incidente però non menzionato dalla magistratura o dall'Enea, e di nuovo nel 1980 (telegramma del Comitato nazionale energia nucleare) piogge, infiltrazioni e riflusso verso il fiume di cesio 137 radioattivo. Intanto nel 1978, dopo i primi incidenti, la centrale venne fermata e, vista l'impossibilità di miglioramenti, il governo firmò la delibera di disattivazione nel 1982, cinque anni prima del referendum che mise al bando il nucleare in Italia.
«Siamo in una situazione di estrema e oggettiva drammaticità, e di fronte a ciò c'è stata negligenza e disattenzione universale» dice il vecchio Tibaldi, che spesso è stato tacciato di catastrofismo ma finora mai completamente smentito con dati certi. Anzi era un documento dell'Enea, finito venti anni fa nelle sue mani, a parlare di "contaminazione" di 1700 kmq di mare tra Volturno e Circeo per Cesio 137 e Cobalto 60. E quando chiedo a Tibaldi ulteriori dati lui fornisce anche le elaborazioni realizzate su dati Istat che rilevano una notevole media in eccesso delle morti nella zona per tumori e leucemie. «Questa centrale è stata costruita nel peggiore dei modi, noi ci ritroviamo nel posto in cui la quota della piana è minore, e sulla strada argine che contiene l'acqua quando esonda il fiume Garigliano».
Ma ora che la centrale è disattivata, resta il problema delle scorie nucleari. Tibaldi non lancia soluzioni e proposte, ma si limita a denunciare la gravità della situazione. «Innanzitutto non è esatto dire che siccome la centrale non è in funzione allora non è pericolosa». «Da quel camino che è altro 91,50 metri sono fuoriuscite effluenze areiformi di una potenza tossico-letale spaventosa. Ci sono trincee sotterranee in cui sono stati depositati e stoccati pessimamente i rifiuti di prima e seconda categoria, cioè quelli di bassa e media radioattività. Questa zona è contaminata, come detto dall'Enea. Ma non esiste nessuna centrale che sia immune da questi effetti devastanti».
Ma se anche gli errori del passato reclamano chiarezza, sul futuro della centrale è necessario prendere delle decisioni, e farlo nella massima linearità e trasparenza possibile. Le invettive apocalittiche rischiano di creare un alibi alla non-azione allo stesso modo dei punti di vista integrati e perfettamente rassicuranti. |
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di: Luca Di Ciaccio |
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