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lunedì 05 giugno 2017 |
SOTTOTENENTE GIORGIO MARIA BARBARISI |
VITTIMA DELLA VIOLENZA COMUNISTA |
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Il Cadabere di Giorgio Barbarisi, ufficiale della RGdF, partigiano, assassinato dai partigiani comunisti. |
Roma: 5 giugno 1944, Roma, primo giorno dopo l' arrivo degli alleati nella Capitale: in via delle Tre Cannelle, ove da poco era stata stabilita la sede de "L' Unità", giace riverso a terra il corpo di un giovane in grigio verde con gli occhiali da sole: è il sottotenente della Regia Guardia di Finanza Giorgio Maria Barbarisi.
Giovane ufficiale delle Fiamme Gialle, aveva preso parte alla Resistenza monarchica, pretendnendo che anche il Tricolore fosse issato sul Campidoglio insieme ai vessili degli alleati il giorno precedente. |
Purtroppo quel maledetto 5 giugno trovò sulla sua strada i terroristi comunisti Carla Capponi e Rosario Bentivegna, appartenenti ai GAP romani e tristemente noti per aver preso parte all'infame attentato di Via Rasella, costato la vita a 33 militari altoatesini in servizio di polizia, atto che vide in risposta il crudele eccidio di 335 ostaggi alle Fosse Ardeatine.
Barbarisi, che stava rincasando a piedi, si imbatté in alcuni manifesti recanti la scritta "W L' Unità".
In ossequio ad una disposizione del comando alleato che vietava affissioni di questo genere iniziò a rimuoverli.
Fu notato dalla Capponi, che che avvertì il compagno il quale, senza esitazione, estrasse la pistola e fece fuoco contro il giovane ufficiale, che cadde a terra mortalmente colpito all'aorta.
Nessuno dei comunisti che nel frattempo si erano portati vicino al corpo del giovane gli prestò aiuto.
Nel luglio successivo si svolse un affrettato processo contro il Bentivegna, sotto la giurisdizione alleata.
Nel pesante clima dell' epoca quella emessa non poté che essere una sentenza di comodo, con la condanna del gappista a 18 mesi per eccesso di legittima difesa, cancellati in appello con l' assoluzione dell' imputato.
Un verdetto assolutamente menzognero, che di certo con cancella la gravi responsabilità del partigiano comunista innanzi al tribunale della Storia.
Storia che, purtroppo, pare essersi dimenticata di questo giovane militare vittima della violenza criminale rossa che, pur avendo militato "dalla parte giusta" (virgolette d' obbligo) ed essere stato insignito della "Bronze Medal Star" statunitense, non trova alcuno spazio nella storiografia e nei mezzi di comunicazione di regime della "Repubblica nata dalla resistenza", impegnati a perpetuare la narrazione di un' agiografica vulgata, che prende in oggetto, distorcendoli ai propri fini, solo i fatti funzionali a questa narrazione, condannando all' oblio tutto ciò che stona con essa.
Significativo che ancora oggi, a causa della opposizione dell' ANPI, non esista a Roma una via dedicata a Barbarisi, che continua però a vivere nella memoria e nel cuore di tutti gli italiani che, al netto delle proprie convinzioni politiche e ideologiche, amano la Patria e sanno riconoscere chi, ovunque si trovasse, combatté in buona fede per essa e reclamano a gran voce la pacificazione fra tutti i connazionali, atto necessario per ricostruire l' unità morale e nazionale del nostro popolo. |
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postato da: Kalckreuth |
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